Mappa mentale o concettuale? Ecco quale scegliere

Tra i metodi di studio più conosciuti e utilizzati troviamo le mappe. Tuttavia, ne esistono due diverse tipologie che si adattano alle diverse esigenze legate alla memoria: la mappa mentale e la mappa concettuale. Entrambe si basano sulla capacità di rielaborazione dei concetti, al fine di poterli rielaborare al meglio.

Ecco le principali differenze tra mappa mentale e concettuale:

  • Mappa concettuale: è stata inventata da Joseph D. Novak, un professore universitario che ipotizzò che il miglior modo per memorizzare i concetti fosse quello di creare delle strutture complesse, per mettere nero su bianco i nuovi argomenti. La mappa concettuale è caratterizzata da un nodo centrale dal quale si sviluppano tutti gli altri concetti che, insieme, formano una struttura reticolare. Tuttavia, è un sistema alquanto complesso poiché ci si trova di fronte ad un numero considerevole di concetti, con la difficoltà di non sapere da dove iniziare il discorso. Inoltre, graficamente è molto lineare: non ci sono colori o strumenti visivi capaci di aiutare la memoria.
  • Mappa mentale: è stata ideata da Tony Buzan, uno psicologo inglese che ha esaltato l’aspetto creativo del cervello, il quale riesce a incrementare la memoria attraverso le immagini. È caratterizzata da un argomento principale (che diventa il nucleo della mappa e il focus principale dell’argomento trattato) dal quale si sviluppano altri concetti in base ad una logica connessionista, dando vita ad una struttura radiale. È una tecnica infallibile per preparare un esame in quanto aiuta a sviluppare, anche sotto il punto di vista orale, il concetto, partendo dal generale per poi raggiungere argomenti specifici. Inoltre, un altro elemento a suo favore è che si possono adoperare immagini e colori che rendono la memoria più efficace.