Il rapporto che lega lo studente universitario al suo professore è spesso delicato e contrastato. Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto al singolo individuo ma in realtà, a prescindere dalla persona, ci sono degli elementi esterni che portano gli studenti ad amare (o odiare) i professori di certe facoltà rispetto ad altri.

Secondo il rapporto AlmaLaurea del 2017 la “colpa” non sarebbe solo del docente, ma anche dell’eccessiva mole di lavoro e della breve durata dei corsi, che implicano per lo studente (stressato dall’obbligo di frequenza, dai tirocini, dalle prove in itinere e dallo studio a casa) a vivere con ansia la materia e a riversare il suo risentimento sul professore.

In questo contesto, i professori verso i quali si prova una maggior intolleranza sembrano essere quelli di Medicina e Odontoiatria, mal visti da oltre il 24,3% degli studenti, seguiti a ruota dai docenti di Architettura (19,7%), Giurisprudenza (19,2%), Educazione fisica (15,3%) e Ingegneria (14,9%).

Potrebbe sembrare un “problema” legato alle facoltà tecniche, ma in realtà non è questo l’elemento dominante. Perché tra i professori più apprezzati troviamo anche quelli delle facoltà più scientifiche come Geologia, Chimica e Biologia(apprezzati da ben il 25,5% degli studenti), precedute dalle facoltà umanistiche (28,3%) e seguite da Agraria (23,5%).

Il motivo? I corsi non troppo affollati e il conseguente rapporto più diretto con il docente, riducono i conflitti e favoriscono l’empatia con gli studenti.